Abbiamo chiesto a Courtney Dauwalter, la regina dell‘ UTMB, 5 consigli per iniziare a correre!
Classe 1985, Courtney nasce e cresce a Hopkins nel Minnesota. Durante gli anni del liceo pratica sia la corsa sia lo sci nordico, laureandosi per ben quattro stagioni consecutive campionessa del Minnesota. Proseguendo con gli studi, ottiene una laurea a cui aggiunge l’anno dopo un Master in insegnamento. Amante dell’ ambiente scolastico, lavora per diversi anni come insegnate di scuola media e superiore, per poi approdare in modo definitivo al running professionistico. Appassionata dei grandi spazi aperti e delle montagne, vive attualmente a Golden in Colorado con suo marito dove fra un impegno familiare e l’altro si allena per vincere l’UTMB.
Senza andare troppo indietro nel tempo, le vittorie di Courtney in questo ultimo quinquennio hanno dell’incredibile. Giusto per citarne alcune, la Javelina Jundred 100K a suon di record assoluto, 2 volte la 100 miglia Run Rabbit Run, la Moab 240, la Western States Endurance Run, la Big’s Backyard Ultra, la Tahoe 200 e, ovviamente, l’UTMB di Chamonix delle ultime due edizioni, 2019 e 2021.
Nel 2018 la Dauwalter è stata nominata a buon diritto “Ultra Runner of the Year” da Ultrarunning Magazine dopo aver vinto 9 delle 12 gare a cui ha partecipato. A fare più paura di lei non sono le singole vittorie, ma quanto il suo tempo finale si avvicini, se non addirittura sia migliore di quelli della maggior parte degli uomini. Basti pensare che quest’anno la sua vittoria all’UTMB le è valsa il settimo posto assoluto, alle spalle di un tale Hannes Namberger, vincitore nel 2021 della LUT, ovvero la Lavaredo Ultra Trail.
È stato così divertente tornare all’UTMB quest’anno! Il percorso e l’atmosfera di questa gara sono fantastici. I ricordi più speciali per me sono stati quelli condivisi con le persone. Mio marito mi accompagnava, e vederlo in tutte le basi vita e nei punti ristoro è stato fantastico. Ho avuto modo di trascorrere del tempo con amici e compagni di squadra prima e dopo la competizione, creando bei momenti condivisi.
Non mi sono mai preoccupata di guardare il mio passo sull’orologio, ma dello sforzo che stavo provando. Il mio obiettivo era di muovermi a un ritmo sostenibile durante le prime 70 miglia. Così da avere durante le ultime 30 l’energia sufficiente per le mie gambe… e per aiutarmi a superare le tre salite finali.
Penso che, man mano che le distanze si allungano, diventa più possibile competere allo stesso modo, perché la forza mentale e la risoluzione dei problemi diventano molto più importanti di alcune caratteristiche fisiche.
Nell’ultra running sembra che accumuliamo resistenza nel corso degli anni. Ogni stagione costruiamo la nostra base un po’ più grande e siamo in grado di alzare l’asticella della nostra preparazione. Quindi… immagino di essermi allenata per 10 anni! In particolare, negli ultimi mi sono concentrata sul miglioramento della tecnica sui sentieri di montagna e sulla costruzione della forza per l’arrampicata e la discesa.
Non c’è nessun segreto. Mi sento fortunata di potermi muovere con i miei piedi su un terreno meraviglioso. La corsa dovrebbe essere divertente, e cerco di tenerlo a mente anche durante le parti difficili. Siamo fortunati a poter praticare questo sport!
È semplicemente una preferenza personale. Dovremmo tutti scegliere abiti che ci facciano sentire a nostro agio e sicuri quando siamo sulla linea di partenza. Quelli che indosso sono i vestiti che fanno per me.
In una scala da 1 a 10? 6.000!!!
Ogni luogo che esploro offre un tipo di bellezza differente e mi sento così fortunata di aver avuto modo di poter correre in così tanti posti. Spero di continuare a “esplorare con i miei piedi” e a incontrare persone provenienti da tutto il mondo!
Amo il nostro pianeta e gli splendidi spazi esterni che ci offre. Spero di essere sempre parte della salvaguardia di questi spazi esterni così puliti e disponibili per le generazioni future. Penso che tutti possano fare qualcosa per aiutare in questo, anche se è un’azione molto piccola, come raccogliere un po’ di spazzatura lungo il sentiero.
Ciò che mi auguro e che spero è che i bambini crescano apprezzando i luoghi in cui vivono e mantengano curiosità per il mondo che li circonda.
Salomon ha un fantastico piano pluriennale su come si può aiutare ad avere un impatto positivo sull’ambiente. È molto bello! Sono così felice di lavorare con un brand che ha in mente un quadro così ampio! Questi progetti coinvolgono tutti i livelli dell’azienda, compresi gli atleti.
Puntualmente invio in Salomon i miei feedback su tutta l’attrezzatura che utilizzo, e spesso mi mandano prototipi da testare. È bello vedere un paio di scarpe che vengono ottimizzate in base ad alcuni feedback che hai dato tu!
Di Daniele Milano Pession | foto: Jordi Saragossa
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