Dongo, 30 maggio 2013 - Il fallimento era stato dichiarato nel marzo 2009. Ora, a quattro di distanza, il Tribunale Collegiale di Como – Vittorio Anghileri, Gianluca Ortore, Carlo Cecchetti - ha condannato due dei tre imputati per il dissesto della Afl spa, ramo ghisa delle Ferriere di Dongo con sede in via Rubini. Per Claudio Castiglioni, amministratore delegato della società, e per Marina Elisa Affri, consigliere della Afl, un anno e mezzo di carcere con pena sospesa, mentre è stato assolto Renato Begnis, presidente del Consiglio di Amministrazione. L’accusa di bancarotta fraudolenta, derivava dall’ipotesi di aver contribuito ad aggravare il dissesto della società, astenendosi dal chiedere il fallimento già nel 2007, quando i bilanci avevano iniziato a tradire i primi evidenti segnali di instabilità. Quell’anno, la chiusura di esercizio aveva registrato un perdita di oltre 700mila euro che, accumulata alle perdite degli anni precedenti, aveva portato alla diminuzione del capitale sociale di oltre il trenta per cento. L’anno successivo, con la chiusura di esercizio del 2008, la cifra di passivo salì a un negativo di quattro milioni e mezzo, pari a un deficit patrimoniale di quasi mezzo milione.
Alla data della sentenza del fallimento, il 23 marzo 2009, il buco aveva raggiunto quota un milione e 600mila euro. La società era incaricata della produzione di raccordi in ghisa tradizionali, lavorazione meccanica, finitura, collaudo e imballaggio del prodotto denominato «Block Fitting«, e impiegava 21 dipendenti. Gli imputati erano inoltre accusati di aver disposto pagamenti preferenziali a favore della società controllata Casti spa, con l’ipotesi di averla quindi favorita a danno dei creditori. «In particolare – sostengono le imputazioni – approfittando della confusione tra la gestione finanziaria della fallita e quella delle altre società del Gruppo Casti, nonostante l’esistenza di creditori muniti di privilegi per oltre 12 milioni di euro», nel corso del 2008 erano stati rimborsati 10 milioni di euro di finanziamenti, attraverso cessioni di crediti che la Afl vantava nei confronti delle altre società del gruppo. Dal processo dibattimentale, è uscito il fallimento della società, che è stato risarcito.