Dall’agricoltura all’industria, le aziende si riorganizzano per sostituire le materie prime e i prodotti finora garantiti da Russia e Ucraina. Scoprendo che la soluzione, in più di un caso, può venire da risorse interne
ROMA - Piantare il mais nei campi a riposo e ricavare i fertilizzanti da letame e liquame anziché comprarli dalla Russia. Estrarre più argilla per le ceramiche dalle miniere sarde, perché dall’Ucraina non arriva più. Riprendere rapidamente a estrarre metano dai giacimenti italiani, produrre ghisa a Taranto perché la guerra ha chiuso i rubinetti del Mar Nero.
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Tutti i contenuti del sito
Tutti i contenuti del sito, il quotidiano e gli allegati in digitale