Si cerca bitume. Tra le tante conseguenze scatenate dai rincari dell’energia (petrolio e, soprattutto, gas) c’è anche la mancanza di bitume per asfaltare le strade. Tradotto per il Comune di Ravenna, significa ritardare l’avvio del cantiere per costruire le due rampe di accesso del nuovo ponte di Grattacoppa, il rifacimento di viale Zara a Marina di Ravenna, altri lavori a Lido di Classe e Lido di Savio per la bonifica dalle radici degli alberi nelle strade.
"E’ evidente che ci sono cantieri problematici, tra aumento delle materie prime e difficoltà a reperirle" spiega l’assessore ai Lavori Pubblici Federica Del Conte. "Ma è un problema di tutto il Paese. Il Governo ha annunciato un provvedimento per affrontare la situazione. Lo aspettiamo con una certa attesa" aggiunge.
La situazione non migliora nel privato. L’Acmar, che ha un importante portafoglio ordini, non sfugge a questa realtà. "Riscontriamo delle difficoltà su alcune forniture e aumenti di prezzo che derivano dal problema delle materie prime. Ad esempio, le fibre di carbonio per i rinforzi strutturali faticano ad arrivare. Inoltre, c’è un aumento dei prezzi generalizzato che sicuramente in parte è causato dalla scarsità di materie prime" spiega Diego Caiconti, direttore generale dell’azienda di via Girolamo Rossi.
La difficile situazione delle materie prime mette sotto stress anche i poli logistici dai quali l’acciaio, i cereali e altri prodotti vengono inviati alle aziende trasformatrici. La situazione internazionale sta richiedendo ai manager delle imprese del porto uno sforzo ulteriore per non perdere traffici primari, e i risultati sono positivi. Prendiamo l’acciaio. Russia e Ucraina ne sono, infatti, due grandi produttori e due altrettanto grandi esportatori, soprattutto di ghisa e di alcuni semilavorati. Per la siderurgia, la Russia rappresenta il 21% di tutte le importazioni europee di prodotti, una percentuale che sale per le materie prime, per le quali l’Italia arriva addirittura al 50%. Allo stabilimento Marcegaglia, grazie a un importante stock di materia prima e al rapido cambio fornitori, non ci sono stati problemi di approvvigionamento. Mediamente è continuato lo scarico mensile di 350mila tonnellate di acciaio, lo stesso dato di prima della guerra. Invece che da Russia e Ucraina, le navi adesso arrivano da Asia, Giappone, Australia.
E’ la stessa situazione dei cereali. L’Ucraina è uno dei maggiori esportatori mondiali di grano, ma la guerra sta mettendo a dura prova l’agricoltura e le forniture alimentari del paese e le esportazioni all’estero.
Quasi 25 milioni di tonnellate di cereali sono bloccate nei porti ucraini, di questi 1,5 milioni diretti a Ravenna.
Ma chi lavora con l’import di cereali e la loro trasformazione in farine o biscotti, si era premunito per tempo, ampliando le scorte nei magazzini o reperendo cereali da altri Paesi.
L’Unione Europea sta presentando un Piano d’azione per aprire ‘corridoi di solidarietà’ per favorire le esportazioni dall’Ucraina, principalmente composte di derrate alimentari con grano e cereali in testa. L’obiettivo è aggirare il blocco dei porti sul Mar Nero.
Non sono gravi. La conducente in stato di choc, forse non ha visto le due pedone perché accecata dal sole
La tragica storia risale al 22 febbraio 2021, quando il 31enne colpì il padre con un martello. La vittima morì dopo in ospedale
L'uomo era scomparso il 21 gennaio 2021, aveva 90anni ed era molto conosciuto a Bosaro, il paese in cui viveva
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