Dai giardini clandestini alla cascata in centro: New York insolita e segreta - la Repubblica

2022-08-12 17:51:09 By : Ms. Angela Huto

Appena al di fuori dei sentieri più battuti sarà possibile scoprire una New York davvero inaspettata e sorprendente. T. M. Rives, nella nuova edizione della guida 'New York insolita e segreta' (edita da Jonglez, che pubblica guide in più lingue ai luoghi meno noti delle principali città del mondo), illustra tantissime esperienze sorprendenti da fare in questa grandiosa città: come, ad esempio, rilassarsi nei giardini clandestini, visitare un tunnel segreto della metropolitana, scovare un'isola la cui indipendenza fu proclamata a bordo di un canotto nel 2004, ritrovare la casa dentro cui si nasconde una stazione della metropolitana, o ancora localizzare una targa in memoria di un fatto avvenuto in un'altra dimensione, prendersi un caffè ammirando un'imponente cascata d'acqua in pieno centro e persino come 'toccare con mano' la più grande riserva aurea del mondo. Ecco alcuni dei luoghi più insoliti di New York, tutti da scoprire

La campana più pesante della storia Riverside Church, la chiesa più alta degli Stati Uniti, fu progettata e costruita come un grattacielo: le pietre sono sospese e appoggiate a una gabbia d'acciaio. La sua edificazione iniziò nel 1927, per volere di John D. Rockefeller, e terminò tre anni più tardi. La robusta struttura metallica sostiene tonnellate di muratura decorata e ospita anche il più grande carillon del mondo. Il campanone che scandisce le ore – il bourdon - è il più pesante che sia mai esistito: venti tonnellate di bronzo, accordate da esperti. Tutt'intorno e nella parte superiore sono disposte 73 campanelle di grandezza decrescente. L'insieme pesa oltre 100 tonnellate

Il Cinema Loew's Nel momento d'oro di Hollywood, i newyorchesi andavano a vedere i film in cinema maestosi. La maggior parte di questi sono stati demoliti, alcuni stanno cadendo a pezzi e di altri non è rimasta che la facciata. Il più grande di tutti, il Loew's, è ancora in piedi, sulla 175th Street, fiero ed enigmatico. E' stato definito 'indocinese', 'maya neo orientale', 'neoclassico cambogiano'. Il critico David Dunlap, appropriandosi dell'intero linguaggio architettonico, lo definì: "bizantino-romanico-indoindù-sino-moresco-persiano-eclettico-rococò-decò". È considerata l'opera più straordinaria dell'architetto Thomas W. Lamb. Oggi si può ancora visitare, è sulla 175th Street

Un pezzo di Cina a New York A New York il luogo in cui ci si sente più vicini alla Cina non è Chinatown, bensì Staten Island. Il Chinese Scholar's Garden (il giardino dell'erudita cinese), a Snug Harbor, è un'area di appena mezzo ettaro disseminata di corsi d'acqua, rocce e alberi. All'atmosfera del giardino contribuisce anche la singolarità dei dintorni: si acquista il biglietto d'ingresso in un negozio di souvenir del giardino botanico e ci si avventura lungo un sentiero che attraversa un canneto di fruscianti bambù. I giardini dei seguaci del confucianesimo erano molto diffusi nel XV secolo a sud della Cina; questo venne costruito alla fine degli anni '90 del secolo scorso da quaranta esperti provenienti dalla provincia di Suzhou. Ogni più piccolo dettaglio è stato pensato per suscitare la contemplazione. Ovunque è nascosto un messaggio. I pruni fioriti d'inverno richiamano il concetto di lealtà nei momenti difficili. L'acqua e le rocce sono disposte volutamente in contrapposizione: yin e yang, orizzontale e verticale, morbido e duro. Una passerella scavalca una cascata sotto alla quale si forma una grotta: secondo la poesia cinese classica, questo tipo di disposizione aiuta il mistico a trovare la sua strada verso il mondo spirituale

L'inquietante segreto del Citigroup center Per quasi vent'anni la torre Citigroup ha celato un segreto sulla sua costruzione. Anziché poggiare su una struttura di acciaio, come la maggior parte dei grattacieli, questo edificio sta in piedi grazie a quattro enormi supporti raccordati al centro di ogni lato anziché agli angoli. Dopo la sua edificazione, avvenuta nel 1977, si scoprì che un vento violento avrebbe potuto provocare il crollo di questo edificio di 59 piani. William LeMessurier, l'ingegnere che progettò la struttura della torre, si rese conto del pericolo quando uno studente dell'università gli chiese come avrebbe reagito la Citigroup Center, appena inaugurata, colpita da un forte vento diagonale o frontale trequarti. LeMessurier trovò la domanda talmente interessante che ne fece l'oggetto di un corso di ingegneria. Fu a questo punto che emerse un difetto strutturale: il progetto era compatibile con i giunti saldati nella struttura ma non con i giunti bullonati utilizzati. LeMessurier concluse che un uragano con raffiche superiori ai 115 km/h avrebbe potuto provocare il crollo della torre. Si corse subito ai ripari, intervenendo di notte. Per due mesi i cannelli delle fiamme ossidriche illuminarono l'interno della torre. L'intervento rimase segreto fino a quando, nel 1995, un articolo del New Yorker encomiò l'equipe che aveva partecipato all'operazione

L'ultima torre dell'orologio Malgrado non abbia mai preteso di ottenere il titolo di grattacielo più alto, il Clock Tower Office Building ha sempre avuto un certo peso a Broadway. L'orologio posto in cima – un grosso cubo di pietra sorvegliato da due aquile – era coronato da quattro Atlanti in bronzo che sostenevano una sfera sulle spalle. Se il mercoledì si arriva di buon'ora, si può salire in ascensore fino in cima e osservare l’orologio dall'interno. Pare di essere nella testa dell'edificio: ognuno dei quattro muri ha un enorme quadrante, incassato nel granito e nel mattone, che domina Downtown. Al centro svetta l'orologio, collegato ai quattro quadranti mediante aste sospese. Realizzato a Boston dalla E. Howard Clock Company alla fine del XIX secolo, è fragile e allo stesso tempo imponente. Il meccanismo di precisione, composto da ingranaggi in rame, poggia su una pesante struttura in ghisa che, conformemente allo spirito dell'epoca, è più sofisticata del necessario: verde scuro con dettagli dipinti a mano e piedi in stile regina Anna

La de Forest House L'autorevole American Institute of Architects Guide to New York (AIA) riporta, lungo la 10th St., nel Greenwich Village, un'articolata serie di stili: neo-classico, italiano, neo-gotico, gotico veneziano, bavarese, vittoriano. E questo è solo un assaggio dello stravagante edificio di cinque piani, appena ad est della 5th Avenue. Le superfici del balcone al n.7, interamente in legno, recano raffinate incisioni in filigrana. La decorazione inizia sulla porta d'entrata, si espande sul bovindo sporgente e prosegue in alto, come per un incantesimo vitale, fino sull’immobile adiacente: vigne, foglie e scaglie, in mezzo a lune, uccelli, fiori ed elefanti. Lockwood de Forest, l'artefice di questa meraviglia, fu tra i fondatori di un'importante impresa di arti decorative, di nome Associated Artists. Per motivi personali e professionali s’interessò alla scultura delle Indie orientali. Nel 1887, dopo aver acquistato gli immobili al n°7 e 9 della 10th St., fece costruire un semplice edificio di mattoni sui quali avrebbe applicato questa curiosa decorazione. Benché intagliati più di cent'anni fa, i dettagli del balcone si sono conservati quasi perfettamente

La primissima 'Hall of Fame' Il termine 'hall of fame' è talmente impregnato di cultura americana che pare non avere origine. La sua genesi invece è qui, nel campus del Bronx Community College. Quando nel 1901 venne inaugurata come parte di quello che allora era il campus universitario di New York, la Hall of Fame of Great Americans divenne subito un modello nazionale. La 'hall' è in realtà un colonnato di 200 metri, progettato da Stanford White, che circoscrive tre immobili neoclassici dello stesso architetto, sul lato ovest del campus. Percorrendolo, si incrocia lo sguardo scolpito nel bronzo di 98 americani celebri. I primi trenta busti furono collocati nel 1901, con l'intenzione di aggiungerne altri ogni cinque anni. La fama è una vaga conseguenza della grandezza: probabilmente non sorprenderà vedere Thomas Jefferson o George Washington, ma si rimarrà forse un po' perplessi nel vedere il busto del dentista William Thomas Green Morton (il primo ad aver utilizzato l’etere come anestetico generico). I busti sono raggruppati per temi: dirigenti, scienziati, professori, e scrittori come Mark Twain, Edgar Allan Poe, Walt Whitman e Nathaniel Hawthorne

Babilonia sulla 5th Avenue Il primo piano urbanistico degli Stati Uniti entrò in vigore a Manhattan. Questo prevedeva che, dopo una certa altezza, i piani di un edificio dovessero essere rientranti rispetto alla strada, condizione che venne rispettata nella costruzione dei primi immobili. Quando successivamente si passò alle strutture in acciaio, i newyorchesi si chiesero giustamente se i marciapiedi avrebbero ancora visto la luce. Il French Building è un esempio di questa normativa: l'edificio inizia a rientrare a partire dal dodicesimo piano per restringersi sempre di più, fino a che i piani occupano solo il 25% della base. Il richiamo al tempio è in parte casuale ma il rivestimento è in puro stile Art deco babilonese. I muri sono di colore ocra profilati di nero; nella parte sommitale un fregio in ceramica colorata raffigura dei grifoni che fiancheggiano un sole stilizzato. Ma per apprezzare maggiormente lo stile dell'epoca, bisogna vedere l'entrata. Un radioso omaggio in bronzo alla porta d'Ishtar, la cui decorazione è un "esplicito riferimento a Manhattan come Nuova Babilonia, e al grattacielo come giardino pensile di Nabucodonosor nel deserto" (New York 1930; Stern, Gilmartin e Mellins). All'interno, l'atrio, le cui volte sono decorate con animali mitici dorati, conduce a uno dei mezzanini più stupefacenti della città. Lo splendore delle porte laterali in bronzo è esaltato dalle allegorie stilizzate che sembrano essere state direttamente prelevate dalla sala del trono di un re divino

In canoa nel canale Il Gowanus Canal è così inquinato che le sue acque hanno dato origine a numerose leggende. Alcuni raccontano che questa via navigabile è una discarica in cui la mafia getta armi e cadaveri. Si narra che un sub sia uscito dall'acqua con la pelle a brandelli. Queste storie non hanno spaventato un'associazione senza scopo di lucro, i Gowanus Dredgers ('i dragatori del Gowanus'): l'associazione propone giri gratuiti in kayak, con partenza da una banchina sulla 2nd Street. Il disastro ecologico, strano ma vero, è una circostanza che affascina. Quando si attraversa il canale Gowanus in canoa, si assiste allo spettacolo di un immenso crimine contro la natura. I dragatori, però, hanno già iniziato a riattivare la pompa di circolazione del canale; più gente verrà a visitare questo spazio, più sarà facile finanziare i lavori di pulizia

Greenacre Park New York è disseminata di oasi: spazi in cui il passeggiatore può rinunciare per un attimo al ritmo frenetico della città e godersi la pace. Molte oasi sono naturali e più intime di quanto non si pensi. Tra queste la più riuscita è Greenacre Park, sulla 51st Street. L'aspetto più sorprendente è il rifiuto totale delle natura: Greenacre non fa nulla per darsi un'aria di campagna. Non si ha l'impressione di essersi allontanati da Manhattan ma di essere giunti in uno spazio in cui sono state condensate tutte le caratteristiche di Manhattan fino alla quintessenza. L'attrazione principale è una cascata alta otto metri, che imita la storia del paesaggio urbano: migliaia di litri di acqua scrosciano fragorosamente su alcuni blocchi scoscesi di granito. L'edera avvolge su entrambi i lati la pietra sottostante, ad angolo retto. Sedetevi con un libro, nella leggera foschia della terrazza più bassa, e non sentirete più i rumori della strada a pochi passi

I resti di un Transatlantico I medaglioni delle porte bronzee della cattedrale di Our Lady of Lebanon (Nostra Signora del Libano) hanno in comune un curioso tema: l'architettura della Normandia. Che connessione c'è con questa chiesa maronita realizzata da siriani in un edificio costruito in stile neo-romanico per gli immigrati del New England? La Church of the Pilgrims (Chiesa dei Pellegrini) in Remsen Street è stata progettata da un personaggio leggendario, Richard Upjohn, l'architetto di Trinity Church. Nel 1934, quando la Church of the Pilgrims si fuse con la vicina Plymouth Church, fu staccato dal campanile un grosso pezzo del Plymouth rock e furono recuperate anche le porte e le vetrate. Dieci anni dopo, la congregazione in gran parte Aleppina della chiesa cattolica romana di Our Lady of Lebanon, acquistò la chiesa e Mansour Stephen, l'ingegnoso monsignore, si occupò della decorazione. Trovò il marmo e l'onice nei padiglioni francesi dell'Esposizione Universale e commissionò le vetrate a Jean Crotti, un innovatore in questo campo. Le grandi porte bronzee furono acquistate all'asta, in seguito ad una catastrofe: il naufragio del transatlantico Normandie, che fu la nave passeggeri a propulsione turbo elettrica più potente della storia. Molto interessanti le porte bronzee che conducevano alla sala da pranzo: decorate con medaglioni, ogni porta rappresentava una città delle Normandia (Dieppe, Alençon, Falaise). L'imbarcazione leggendaria era ormeggiata a New York quando, nel 1942, scoppiò un incendio che la fece colare a picco. La maggior parte degli arredi interni fu venduta all'asta, un'occasione unica per un monsignore in cerca di porte massicce per una cattedrale

Il primo museo americano dedicato all'arte delle persone con disabilità mentali Reedmoor è ospedale psichiatrico dal 1912. L'edificio principale è il più alto del quartiere, un blocco monolitico di mattoni gialli, austero come un castello stregato. Ma sull'altro lato dell'Union Turnpike, su un delizioso campus universitario, c'è il Living Museum, il primo museo americano dedicato all'arte delle persone con disabilità mentali. Lo spazio fu creato negli anni '80, partendo dal principio che i pazienti fanno progressi quando sfuggono alla loro condizione di pazienti e divengono, ad esempio, degli artisti. Due piani, i muri ricoperti di quadri, persino il più piccolo spazio occupato da un'installazione o da una scultura, le tavole stracolme di statuette in argilla o oggetti smarriti

Un atrio grandioso Per un secolo l'atrio del Woolworth Building è stato considerato il più bello della città; un tempo è stato l'edificio abitato più alto del mondo, nel periodo d'oro dei primi grattacieli, all’inizio del Novecento. Rappresentava un miscuglio di stili, che appare un po' folle. Il Medioevo europeo è riconoscibile fino al 57esimo piano. Gli amanti delle guglie gotiche, coperte in rame, rimarranno sorpresi dall'interno, di ispirazione orientale bizantina. È un miscuglio ininterrotto. Uomo d'affari molto lungimirante, Woolworth ha pagato per la costruzione dell’edificio 13.5 milioni di dollari in contanti

La grande Loggia dei Massoni di NY La Grande Loggia di New York era un tempo la più grande loggia massonica del mondo. Fondata nel 1782 (anche se la massoneria era già presente nell'America coloniale), la sua sede si trova in un immobile di 19 piani sulla 23rd St. Il 14° piano è occupato dalla biblioteca. Oltre al modellino del Tempio del Re Salomone (fondamentale per i riti massonici) e ai busti e ritratti di massoni illustri (14 presidenti degli Stati Uniti, tra cui George Washington) c'è un'elaborata riproduzione del Processus Contra Templarios, l'atto del processo che il Vaticano intentò contro i Templari nel 1308

La prima società del tabacco americana Sulla piantina che viene offerta all'entrata del giardino botanico c'è la raffigurazione di un 'mulino in pietra'. Se si riesce a scovarlo, il pannello posto lì accanto informa che l'edificio fu costruito nel 1840 e la 'pietra' di cui è costituito è scisto proveniente da una cava locale. Il mulino, classificato monumento del patrimonio nazionale, è stato recentemente restaurato. Per anni, la gente l'ha chiamato Lorillard Snuff Mill: la più vecchia fabbrica di tabacco del Paese. Il tabacco in polvere (snuff), che i gentlemen del XVIII secolo fiutavano in modo più o meno ben educato, era più di un semplice tabacco. Una delle varietà vendute da Pierre Lorillard nel suo mulino era composta da foglie di tabacco 'Virginia', messe a bagno nel rum per 12 giorni a 37°, ridotte in polvere e lasciate all'aria aperta per quattro mesi; successivamente venivano aggiunti tamarindo, vaniglia, fave di tonka e camomilla. Il tabacco da fiuto divenne così un affare di famiglia. Nel 1792, i figli di Lorillard, per soddisfare l'enorme richiesta di tabacco, acquistarono il mulino e la diga adiacente

Un'entrata della metropolitana camuffata da abitazione A Joralemon Street, in Brooklyn Heights, sul lato meridionale della strada ci sono tre case in stile greco; ci si può passare davanti centinaia di volte senza notare nulla di anomalo. Le case al numero 56 e 60, con le facciate ben curate in mattoni e legno bianco, hanno l'aria di dimore tranquille. Ma tra loro c'è una casa molto diversa: gli scalini sono rotti, lo scantinato è protetto da un'inferriata, la pittura esterna sembra sforzarsi di rimanere attaccata ma il color mattone sbiadisce. La cosa più sorprendente sono le finestre che, in realtà, non ci sono: il numero 58 getta uno sguardo cieco su Joralemon Street. Se si osserva bene, si noterà un andirivieni di gente: si tratta di semplici impiegati dell'amministrazione della metropolitana di New York. In realtà questa casa non è che un tunnel di evacuazione camuffato. Le porte nere di ingresso sono fredde al tatto: sono di acciaio. La serratura non è di quelle comuni, vi si può introdurre solo una pesante chiave triangolare. Tra le porte, da uno stretto passaggio, si intravede un sinistro corridoio illuminato da una fievole luce. Ogni tanto qualcuno diventa un po' troppo curioso e la polizia arriva in brevissimo tempo

Un minuscolo museo nel vano di un ascensore abbandonato Museum è uno spazio espositivo che occupa la superficie di mezzo metro quadrato: si trova nel vano di un ascensore in un vicolo del centro di Manhattan. Si può visitare solo nel fine settimana, ma è sempre visibile attraverso una cancellata scorrevole in acciaio, e c'è un numero telefonico per avere informazioni sugli oggetti esposti che possono quindi essere visti tutti dal di fuori: in questo senso lo si può considerare l'unico museo della città aperto 24 ore su 24. Questo spazio minuscolo è stato creato con tutti i criteri di un vero museo: disposizione degli spazi, muri bianchi, velluti preziosi, targhette in ottone; c'è addirittura un 'bar' (una piccola macchina per espresso) e un 'negozio' (una mensola bassa con le matite sulle quali è impresso il logo del museo). La presenza di alcuni oggetti nasconde una sorta di enigma. Perché ad esempio quella scarpa marrone si trova qui? Perché è quella scagliata da un giornalista a George W.Bush in Iraq nel 2008. Oppure si può vedere quella che probabilmente è l’unica collezione di giubbotti antiproiettile per bambini a tema Disney...

The Monkey House Le case per gli animali di Heins & LaFarge, ispirate a un tempio greco, sono esempi straordinari del City Beautiful, il movimento sviluppatosi agli inizi del XX secolo che si proponeva di istruire il crescente numero di poveri intrappolati nelle periferie delle città, o se non altro dissuaderli dal ricorrere ad insurrezioni popolari. Una politica difficile da criticare, ma quel che oggi ci pare essere stato un concetto di arte fine a se stessa in realtà un secolo fa era anche un sistema di controllo sociale. La Monkey House pare denunciare velatamente questa realtà. I primati ornamentali saltellano e si dondolano liberamente lungo il cornicione in terracotta. Ai lati dei cancelli d'entrata formano uno spettacolo imponente: degli orangotango occupano la facciata, al centro il più vecchio e più furbo impugna una canna di bambù, come un legislatore che esercita la sua autorità. L'elemento ornamentale posto al vertice è costituito da altezzosi babbuini. La Monkey House eleva gli animali ad un livello decisamente umano, in un linguaggio architettonico che vuole blandire i nostri ideali

Una moschea in un ex cinema A parte Chinatown, il quartiere con la più numerosa popolazione cinese di New York è Sunset Park: nelle sue strade ci sono solo negozi e volti cinesi. Una passeggiata in questa zona offre un panorama di tutta la diversità culturale della città e, sulla 8th Avenue, si può anche scoprire una diversità in seno alla diversità. Varcate la soglia del 5911, toglietevi le scarpe ed improvvisamente vi troverete in un ambiente luminoso di un blu fantastico: è la sala di preghiera della moschea Fatih. La geometria è semplice: pavimento ricoperto da tappeti, niente sedie e sul muro, sul lato est, una discreta alcova orientata verso La Mecca (mihrab), e il pulpito (minbar). I muri sono ricoperti di piastrelle in ceramica: motivi floreali verniciati e blocchi di cobalto con scritte in bianco. Le ceramiche provengono dalla Turchia, da una città che si chiama Kütahya. L'edificio era un tempo il Berkshire Theatre, un cinema

I caveau della Federal Reserve Bank La più grande riserva aurea del mondo si trova presso la Federal Reserve di New York: è addirittura più consistente di quella di Fort Knox. All'entrata bisogna presentare un documento d'identità a un poliziotto, superare un metal detector e deporre in un contenitore qualsiasi apparecchio elettronico. Ai piani superiori, 3mila impiegati sgobbano in un labirinto di uffici, mentre nei sotterranei il tesoro luccica. Prima di giungere in ascensore nella sala delle casseforti, a 24 metri sotto il livello stradale – uno dei sotterranei più profondi di New York –, la guida presenta un cortometraggio informativo per preparare il visitatore alla visione di 300 miliardi di dollari. Arrivati nei sotterranei, si varca una porta girevole di 230 tonnellate (unica entrata) ed improvvisamente, dietro una spessa inferriata, ecco le celle chiuse con un catenaccio dove sono al sicuro le riserve monetarie di una trentina di Paesi. Mucchi di barre d'oro alti due metri. Ognuna pesa 12,4 kg!

Una miniatura gigantesca Non sarebbe giusto dire che il Panorama è un modello in scala. Neppure la definizione del "più grande plastico architettonico del mondo" (titolo che ha detenuto per mezzo secolo) è sufficiente. Questa metropoli in miniatura si estende su una superficie equivalente a due campi di pallacanestro e comprende in tutto 895.000 edifici. Quest'attrazione del Queens Museum of Art risale all'Esposizione Internazionale del 1964-1965. Ci vollero cento artigiani e tre anni per portarlo a termine, ed è così accurato che negli anni '70 gli urbanisti si recavano nel Queens per confrontare i loro progetti con questo plastico perfettamente in scala. Oggi il Panorama rappresenta un valido motivo per recarsi a visitare il Queens Museum of Art e rimane una delle meraviglie di New York

La fantastica Loggia di un ordine dimenticato Questo curioso edificio è opera dell'architetto Thomas W. Lamb che deve la sua fama alla realizzazione di immense sale cinematografiche negli anni 1910 e 1920. Con la stessa spregiudicatezza costruì il Pythian, saccheggiando un'accozzaglia di antichità: grifoni che mostrano i denti, pariglie di tori che sorreggono urne gigantesche, maiuscole con aste doppie e geroglifici dorati. Eretto nel 1926, l'edificio fu usato come sede delle logge newyorchesi dei Cavalieri di Pizia. Quasi sconosciuti oggi, i Cavalieri di Pizia costituirono la prima confraternita americana riconosciuta da una legge del Congresso. Quest'Ordine promuove la carità e la 'pace universale' e può annoverare tra i suoi membri tre presidenti americani tra cui F. D. Roosevelt. Il fondatore dell'Ordine si ispirò alla leggenda dei navigatori greci, Damone e Finzia. I mattoni che decorano il Pythian sono tra i più strani e i più bizzarramente colorati della città. Nel 1983 il Pythian è stato diviso in appartamenti

Funerali nel parco Prospect Park ha una caratteristica che lo distingue da tutti gli altri spazi pubblici della città: ci si può far seppellire. Unica condizione, essere quacchero e praticante. I quaccheri sono più numerosi a Brooklyn che in altri luoghi dello Stato di New York, benché la setta religiosa sia storicamente legata al Queens, dove si stabilì alla fine del XVII secolo. Sulla piantina di Prospect Park, a circa cento metri, all'interno, dopo la fine della 11th Av, c'è un'area segnalata da un cartello: 'Cimitero degli Amici: privato'. Quando ci si trova sul posto è facile non notarla: per arrivarci c'è solo una strada interrotta da una staccionata. Mentre ci si apre un varco tra la vegetazione si noteranno, di tanto in tanto, delle radure illuminate dai raggi del sole e costellate da lastre tombali disposte in file ordinate. La semplicità della vita dei quaccheri si riflette anche nelle sepolture: le pietre sono tutte dello stesso tipo, piccole e tozze, della dimensione di una scatola da scarpe. Quando Prospect Park fu creato negli anni 1860, Calvert Vaux e Frederick Law Olmsted (autori del Central Park) dovettero effettuare degli interventi nel piccolo cimitero che già esisteva. Da allora, il terreno è rimasto dei quaccheri che continuano ad esservi sepolti

Tutti i dettagli di una metropoli Questo piccolo museo inizialmente era ancora più piccolo: il tutto stava in una piccola vetrina al pianterreno di un appartamento privato. Oggi, questa associazione senza scopo di lucro ha sede in tre stanze sulla Metropolitan Avenue. Il luogo emana un'atmosfera di fragilità e di tempo che passa, come quando si apre una vecchia valigia dimenticata. Il termine 'reliquiario' è appropriato perché il museo contiene dei resti materiali di New York. Vecchi biglietti di rame della metropolitana, maniglie di autobus e di vagoni della metro; una vetrina è interamente dedicata alla geologia locale; un'intera gamma di 'Selzer Bottles of Brooklyn' (bottiglie di acqua seltz di Brooklyn), allineate su uno scaffale come vasi antichi (utilizzate come accessori di farse comiche di un tempo)

Dove vanno a morire le barche In Arthur Kill Road c'è una fascia di costa che viene informalmente chiamata il Boneyard (cimitero). Queste acque stagnanti marciscono dal 1947 al riparo di una montagna di spazzatura, ossia il sito in cui vengono interrati i rifiuti di Fresh Kills. Una discarica, certo, ma una discarica particolare: è qui che le navi vanno a morire. È dal 1940 che vengono ammucchiate qui, da quando la Witte Marine Equipment Company iniziò ad abbandonare le vecchie carrette del mare nei bassifondi di Arthur Kill in attesa che arrugginissero e che si insabbiassero, apparentemente per sempre, nel fango. Un luogo interessantissimo come archivio storico marittimo di New York, che conserva ottant'anni di storia: plance rovesciate e ponti di ferry-boat, gru, carrucole e scialuppe impilate come fossero stoviglie

Lo 'Squadrone A' Il turista che visita per la prima volta l'Upper East Side sarà molto felice di scoprire, in Madison Avenue, un edificio che pare un castello medievale. Sulla strada si affacciano due torri in mattone rosso e una serie di torrette, feritoie per il lancio delle frecce e mura merlate. Oggi questa fortezza è occupata da una scuola. Sbirciando attraverso una fessura del portone, al posto del ponte levatoio che ci si aspetterebbe di vedere c'è un parco giochi pieno di bambini che si divertono. Un tempo era la sede di Squadron A ('lo squadrone A'), gli 'Ussari newyorchesi', un club riservato all'elite che, nel cortile interno, organizzava esercitazioni militari. L'edificio risale al 1894. Lo squadrone, che all'origine era un gruppo sportivo o d'apparato, divenne nel 1889 un'unità della New York State National Guard e prese parte alla guerra ispano-americana e alle due Guerre Mondiali. Al muro è appesa una targa di bronzo con il motto: boutez en avant (Carica!). Il castello è stato definito di stile 'feudale normanno', ma potrebbe anche essere in stile Camelot. Periodicamente l'edera si arrampica sugli spigoli dei muri, come fosse l’opera di un meticoloso decoratore

La fabbrica di pianoforti Steinway & Sons, fabbricanti di pianoforti da concerto di alta qualità, è forse la più vecchia fabbrica di New York. All'interno dell'area, in alcuni punti, si possono ancora vedere i pali a cui venivano attaccati i cavalli. Le tecniche di fabbricazione dei pianoforti Steinway sono rimaste nel complesso identiche. In un percorso di due - tre chilometri si passano in rassegna tutti gli aspetti inerenti la costruzione dei pianoforti. Il fascino di questa azienda è sorprendente: seghe che urlano, colpi di martello, ronzare di levigatrici e il fruscìo della vernice stesa a mano, fino alla sala insonorizzata dove un accordatore, chino sullo strumento assemblato, ascolta vibrazioni così sottili che un non esperto non può percepire. Nella sala per l'impiallacciatura c'è legname per un valore di tre milioni di dollari. Dopo essere stati messi sotto una pressa per raggiungere un preciso grado di idratazione, i pezzi vengono passati in un forno. Anche i pezzi segati a macchina vengono rifiniti a mano, perché il legno è una sostanza vivente: si modifica in base al tempo e alla temperatura

La floating map di Greene street C'è uno strano disegno sul marciapiede di Greene Street, indecifrabile a prima vista: sembrerebbe quasi un circuito o l'ingrandimento di un organigramma e l'ipotesi non è del tutto sbagliata. Si tratta di un disegno in acciaio inossidabile, opera d'arte urbana dell'artista e architetto belga Françoise Schein, e a lungo è stata la più grande pianta della metropolitana di New York. Nel 1984 un promotore immobiliare, Tony Goldman, chiese all'artista di trasformare il marciapiede davanti al suo palazzo in Greene Street. Schein propose un progetto intitolato 'Subway Map Floating on a New York Sidewalk'. Goldman non esitò un secondo: "Lo compro". Nel 1985 l'opera ricevette l'Award for Excellence in Design dall'allora sindaco Ed Koch. Questo fu l'esordio di Françoise Schein nell'arte urbana. Le sue opere sono ora visibili anche a Lisbona, Bruxelles, Berlino, Parigi e Stoccolma

Uno degli edifici più sbalorditivi della città In una parte di Brooklyn, in un luogo che di solito è chiuso ai curiosi, potete trovare una delle cose più sorprendenti di New York: il Brooklyn Army Terminal. Sull'atrio enorme, dove filtrano i raggi del sole e svolazzano i piccioni, balconi aggettanti si affacciano su una doppia serie di binari arrugginiti. Il luogo sembra davvero l'ambientazione di un film di fantascienza, e le pareti mostrano i graffi, la ruggine e le macchie di quasi un secolo di utilizzo. New York era il porto più grande della Nazione, ma da novembre i treni erano bloccati dal New Jersey fino a Pittsburgh. La soluzione fu quella di costruire una meraviglia ingegneristica che consentisse un risparmio di tempo: un sistema di carico dove il treno merci veniva sollevato da un carroponte, stoccato in magazzini a più piani dove c'erano carrelli elettrici, con un centinaio di ascensori e un gran numero di operai. Dal magazzino il carico veniva trasferito alle navi, che attendevano sulla banchina, quindi prendeva il largo verso le truppe oltreoceano. L'interscambio tra gru e balconi era ispirato a un sistema analogo di uno stabilimento automobilistico della Ford; in seguito, però, quando lo standard è divenuto l’impianto produttivo su un unico piano, le strutture a più piani sono state demolite

Un Titano emarginato Una prova dello splendore di un grattacielo è che anche il suo modello in scala ridotta può essere utilizzato come elemento decorativo all'interno del grattacielo stesso. I tre grattacieli più famosi di New York lo confermano: le hall d'entrata del Woolworth Building, del Chrysler Building e dell'Empire State Building sono abbellite con i loro modellini. Alcune sculture in pietra raccontano la storia del Woolworth: una di queste raffigura l'architetto che tiene in mano il grattacielo, un'altra lo stesso Woolworth, il magnate della finanza (che iniziò la sua carriera come fattorino) nell'atto di contare scrupolosamente i suoi soldi. L'American International Building (AIB), in Pine Street, ha portato questa pratica ad un altro livello, utilizzando un modello ridotto del grattacielo, alto 3,5m e scolpito in scala sulla pietra, sulle facciate nord e sud. Alla base della scultura vi è una versione ancora più piccola: la copia della copia. Uno stile gotico strabiliante: la punta in pietra bianca della torre evoca le cime innevate; una terrazza consente una vista ineguagliabile sull'estremità meridionale di Manhattan e l'Upper Bay

Il Newton Creek Wastewater treatment plant Una serie di tredici enormi sfere in acciaio inox che brillano di riflessi tutto il giorno, si illuminano di bagliori blu di notte e che sembrano una macchina titanica costruita dagli alieni per invadere la città di New York. In realtà la struttura serve a ripulire le acque delle fogne da tutto quanto prodotto dalla città. Una volta al mese è possibile visitarlo: si possono vedere le caldaie e gli enormi tubi e condutture, e visitare la centrale di controllo. Un ascensore porta alle passerelle che conducono alle enormi sfere. Qui la distruzione antibatterica lavora oltre dieci milioni di litri di materiale al giorno, e funziona proprio come il nostro organismo, tanto che le sfere vengono chiamate 'uova digestive'. Tutto il prodotto di questo processo viene poi imballato e destinato a uso agricolo. E torna al suo ciclo vitale

La New York più antica Alcune abitazioni di Manhattan del XVIII e XIX secolo paiono vetrine storiche: Dyckman House, Morris-Jumel Mansion, Merchant's House. Hanno tutte il pavimento scricchiolante, un odore di cera e polvere e tavoli carichi di alimenti finti. Il Mount Vernon Hotel appartiene a questa categoria: questa dimora era per di più l'ultimo 'day hotel', una sorta di country club. Malgrado oggi si trovi davanti al Queensboro Bridge e sia offuscato dall'inquietante One Sutton Place North (un blocco di vetro nero di 40 piani chiamato 2001 Monolith), quando era in attività l'hotel Mount Vernon, si trovava in campagna. Al primo piano le donne cucivano e cantavano mentre al piano terra gli uomini giocavano a carte e bevevano. Il museo rivela alcuni aspetti curiosi dell'epoca. I romanzi erano riservati al salone femminile mentre gli uomini preferivano i giornali. L'acqua, generalmente inquinata, era assente dai pasti. L'hotel non era solo un luogo di evasione ma anche un rifugio per scampare al colera e alla febbre gialla che infieriva in città

La sala dei veterani Realizzata nel 1880, l'armeria del 7° Reggimento è l'unica armeria degli Stati Uniti ad essere stata finanziata da privati. Tutti i dettagli rispecchiano il gusto dei discendenti delle grandi famiglie olandesi e inglesi di New York. Erano così ricche che al 7° Reggimento venne affibbiato il nomignolo di 'Reggimento delle calze di seta'. Travi borchiate, ferro battuto, legno levigato, draghi, aquile, cavalieri, gladiatori. La sala rappresenta una delle prime realizzazioni dei decoratori che avrebbero presto conquistato la città con il nome Associated Artists: Lockwood de Forest, Samuel Colman, Candace Wheeler e Louis Comfort Tiffany

La galleria dei sussurri Nella stazione Grand Central Terminal c'è uno spazio dalle proprietà straordinarie: un soffitto a volte, davvero spettacolare, sotto il quale è possibile sussurrare qualcosa in un angolo e farsi sentire perfettamente da qualcuno che si trova all'angolo opposto, ad una decina di metri. Il fenomeno è davvero sorprendente perché avviene nel baccano – eco, grida e fischi – della più grande stazione ferroviaria del mondo. Per la particolarità architettonica che produce l'effetto della galleria dei sussurri sono necessari un'ellissoide ininterrotta e dei punti di convergenza direttamente opposti. La galleria dei sussurri di Grand Central si trova esattamente di fronte all'Oyster Bar & Restaurant al cui interno, sotto la struttura a volte piastrellate, il personale e la clientela continuano a scoprire dei punti in cui l'acustica è particolarmente buona. Per ottenere l'effetto migliore bisogna parlare davanti al muro, il più possibile vicino alla parete ed accertarsi che l'altra persona sia nell'angolo diagonalmente opposto. Si dice che sotto la volta il suono sia 'telegrafato' e l'espressione è pertinente: la voce che giunge all’orecchio ha una qualità spettrale ed eterea, come trasmessa da un'arcaica tecnologia